La Grande Distribuzione Organizzata nel settore dell’agroalimentare

La GDO, conosciuta meglio come Grande Distribuzione Organizzata, rappresenta nel settore alimentare la moderna tecnica di vendita al dettaglio mediante catene di supermercati o di intermediari di differente tipologia. Con la Grande Distribuzione Organizzata si è assistito all’evoluzione del tradizionale supermercato; essa si struttura e divide in: 

  • Grande Distribuzione (GD): si caratterizza per la presenza di catene di punti vendita e filiali, sparse su tutto il territorio e che fanno capo ad un’unica e grande impresa. Essa prende il nome di azienda madre, che rappresenta dunque il soggetto proprietario;
  • Distribuzione Organizzata (DO): si caratterizza per la presenza di piccoli soggetti, associati tra loro, al fine di cooperare per incrementare la quota di mercato ed il potere contrattuale. Dettaglianti e grossisti formano dei consorzi o dei gruppi di acquisto, al fine di affrontare la competizione del mercato in modo più sicuro e semplice. In questa maniera, infatti, possono godere di agevolazioni economiche, sfruttare pienamente le potenzialità del brand e, spesso, saltare la realtà del grande grossista, proponendo sul mercato prodotti a prezzi più vantaggiosi, vincendo l’aspra concorrenza degli altri attori di mercato. 

Credits: Blog Alessio Del Vecchio Roma. La catena distributiva della Grande Distribuzione Organizzata nel settore alimentare è formata da quattro importanti attori: 

  • I produttori: si tratta delle aziende industriali a produzione diretta;
  • I grossisti: comprano i beni dal produttore, per poi rivendere ai dettaglianti;
  • I dettaglianti: godono di un contatto diretto con il consumatore finale e sono generalmente organizzati in catene, gruppi di acquisto ed unioni volontarie. 
  • I consumatori finali: essi chiudono l’anello della distribuzione, essendo i destinatari dei prodotti, di cui fruiscono per soddisfare le proprie esigenze.

Supermercati, ipermercati, grandi magazzini e discount formano la GDO; si tratta di spazi vendita dotati di ampi locali, in cui il consumatore finale può acquisire direttamente la merce, prendendola dagli scaffali. Tuttavia, la Grande Distribuzione Organizzata non si avvale solo del Grande Dettaglio. Spesso, infatti, la GDO impiega anche il Piccolo Dettaglio, cioè i piccoli esercizi commerciali, caratterizzati da spazi di dimensioni che non superano i 400 metri quadrati. Alla fine dello scorso anno, il territorio italiano vantava già oltre 26000 punti vendita su tutto il panorama nazionale. Questa dato permette di comprendere come la GDO sia una realtà consolidata nel territorio italiano e come sia in grado di avere un forte controllo del settore agroalimentare. Si stima, infatti, come il fatturato aggregato dei più importanti operatori di mercato ammonti a 58,1 miliardi e il 73,5% dei prodotti sia freschi che confezionati sia venduto all’interno dei supermercati italiani. L’importanza della GDO nel panorama nazionale si riassume di certo in queste cifre e conferma come abbia svolto una duplice funzione nel settore dell’agroalimentare. Infatti, la Grande Distribuzione Organizzata ha preso il posto della distribuzione tradizionale (il negozio “sotto casa”) e, allo stesso tempo, è diventata il più importante canale di comunicazione con il mercato per le industrie alimentari e per gli agricoltori. A fronte, però, di queste cifre incoraggianti e del cambio di passo che ha rappresentato nel settore dell’agroalimentare, la GDO manca di un leader nel compartimento e, per questo motivo, mette in pratica politiche di prezzo molto accattivanti, attraverso promozioni, ribassi, sconti e offerte, in modo da attrarre il maggior numero di acquirenti. Infine, è utile sottolineare come la GDO nel settore agroalimentare in Italia soffra notevolmente la debolezza delle catene dei supermercati nazionali, sovrastati irrimediabilmente dalla potenza dei marchi esteri, soprattutto di origine svizzera e tedesca.

Autore: blogdinews

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