Il Satellite Suomi NPP, a distanza di quattro anni, restituisce una suggestiva vista sulla terra di notte. Queste immagini sono state battezzate “Black Marble” in omaggio al “Blue Marble”, la storica foto scattata dagli astronauti dell’Apollo 14 mentre si dirigevano verso la Luna.
Il panorama che si può ammirare da centinaia di chilometri di altezza è mozzafiato, quasi da favola, è incredibilmente suggestivo. Ma, oltre alla bellezza del nostro pianeta, mostra gli evidenti segno dell’urbanizzazione, dell’inquinamento luminoso, dello sfruttamento del suolo e delle guerre.
Un’altra triste realtà, emersa da uno studio pubblicato su Science nel 2016 da un team di studiosi e astronomi, è che più di un terzo della popolazione mondiale non può vedere la Via Lattea. La causa? Le troppe luci accese nei centri abitati e nelle città. Dalle nuove immagini della Nasa, tra l’altro, si vede un alone che sale da sistemi di illuminazione troppo potenti e anche mal direzionati. E’ tutta questa luce la causa del fatto che dal cielo dell’Europa, dall’America e dall’Asia molte stelle sono state cancellate.
Il 60% degli Europei e quasi l’80% degli statunitensi, infatti, non può vedere la nostra galassia. Viviamo sotto un cielo malato a causa dell’inquinamento luminoso.
“I sensori di questo satellite sono ciechi ad alcune lunghezze d’onda – spiega Fabio Falchi, dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’inquinamento luminoso di Thiene – che sono quelle tipiche dell’illuminazione al led, le lampadine che stanno sostituendo quelle al sodio in questi ultimi anni. Quindi lo stesso pixel ora può sembrare meno luminoso perchè il satellite non vede la luce blu del led in quella zona. Per avere dati attendibili bisogna attendere satelliti con sensori più sensibili, osservare le foto degli astronauti dalla Stazione Spaziale Internazionale oppure misurare le variazioni luminosità da terra. Io faccio da anni questi rilievi e, per ora, non abbiamo riscontrato aumento o diminuzione dell’inquinamento luminoso”.